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Immagine del redattoreDott.ssa Bruna Mameli

Come contrastare l’infiammazione di basso grado

Questo articolo è stato pubblicato nel numero di Giugno della rivista di Medicina, Salute e Benessere "Salute33" e scelto per rassegna 2019 del medesimo libro.


L’infiammazione è una risposta difensiva dell’organismo ad attacchi esterni, una normale reazione del nostro sistema immunitario. Quando però l’infiammazione perdura nel tempo e si cronicizza si parla di infiammazione cronica sistemica di basso grado (chronic low-grade inflamation). Gli effetti negativi dell'infiammazione di basso grado, infatti, interessano senza distinzione ogni struttura alla base nella nostra sopravvivenza, come il DNA, le cellule, i tessuti, le varie classi di proteine, e così via. La sommatoria dei diversi danni ripetuti finisce per compromettere la funzionalità di organi ed interi apparati.

Il "fattore d’infiammazione" ormai viene considerato in tutte le malattie cronico-degenerative: diabete di tipo 2, obesità, artrosi, malattie reumatiche, malattie cardiovascolari, osteoporosi, depressione, compromissione cognitiva, arrivando ai tumori.

Tra i fattori principali che aggravano l’infiammazione cronica di basso grado c’è un’alimentazione disordinata nelle scelte, nei tempi e nei modi.


Come possiamo iniziare a monitorare l’LGI?

L’LGI è asintomatica, per cui non compariranno i classici sintomi di dolore, calore e gonfiore.

Nella pratica clinica, seppure solo come screening di base, fondamentale è l’analisi dei livelli della Proteina C reattiva (o PCR). Secondo i risultati riscontrati nelle ultime evidenze scientifiche, sarebbe opportune indagare anche sui livelli di vitamina D in quanto è stato riscontrato che la sua carenza potrebbe essere coinvolta nei meccanismi che causano iperglicemia cronica ed obesità. Bisogna anche prestare particolare attenzione al girovita: l’accumulo eccessivo di grasso, soprattutto a livello addominale, può scatenare un’infiammazione cronica importante. Per questo motivo è consigliabile di non superare i 94 cm di circonferenza vita (per gli uomini) e gli 80 cm (per le donne).


Come possiamo agire per contrastare questo fenomeno?

Quattro semplici parole: cambiare le proprie abitudini.

I principali consigli consistono nel cambiamento delle scelte che facciamo direttamente a tavola: si raccomanda l’aumento delle fibre e degli acidi grassi omega 3, la riduzione degli zuccheri semplici, dei grassi saturi e del sale, ma anche una riduzione complessiva dell’apporto calorico, lo svolgimento costante di una moderata attività fisica di tipo aerobico ed una miglior gestione dello stress.

Nella pratica ciò si traduce nel maggior consumo di verdure, ortaggi e frutta (scegliendo prodotti di stagione, locali e se possibile biologici) e carboidrati complessi, soprattutto a colazione e a pranzo e sotto forma di cereali integrali, alternando tra quelli con e senza glutine (riso, mais, grano saraceno, quinoa, amaranto e miglio con frumento, farro, orzo, segale, avena e kamut). È importante invece limitare le proteine animali (carne, pesce, uova, latte/formaggi), alternandole a quelle vegetali dei legumi (ceci, lenticchie, fagioli, piselli e soia), oppure della frutta secca (noci, mandorle, nocciole, anacardi, pinoli, pistacchi, etc.); fondamentale anche limitare i grassi, utilizzando principalmente gli oli (in particolare l’olio di oliva extra-vergine e/o l’olio di lino spremuto a freddo). Anche aumentare la quota di polifenoli (principalmente contenuti nella frutta e verdura rosso-viola, nel the, etc.), certe

vitamine (tra cui la C contenuta negli agrumi ed in alcuni ortaggi e la E contenuta negli oli vegetali), i caroteni (presenti nella frutta e verdura rosso- arancio), i glucosinolati (presenti nelle brassicacee come cavoli e broccoli) aiuta a raggiungere un risultato ottimale.

È assolutamente indispensabile evitare totalmente il fumo! Il fumo di sigaretta è una combinazione di composti chimici, tra cui altissime concentrazioni di ossidanti che, attraverso la stimolazione delle cellule infiammatorie aumentano l’infiammazione e lo stress ossidavo, predisponendo ad un invecchiamento precoce e allo sviluppo di patologie cronico-degenerative.


Dott.ssa Bruna Mameli



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